mercoledì 20 giugno 2007

La Cina mette l'asfalto sul tetto del mondo. Un'autostrada per la torcia olimpica

FEDERICO RAMPINI:
La Cina mette l'asfalto sul tetto del mondoUn'autostrada per la torcia olimpica" PECHINO - Per il viaggio della torcia olimpica il governo cinese non bada a spese. Lunedì comincerà a costruire appositamente un'autostrada sull'Everest, la montagna più alta del mondo, per la quale Pechino pianifica un futuro di "affluenza turistica di massa". Per la prima volta nella storia un tracciato di asfalto nuovo fiammante, con tanto di corsia di sorpasso e guard rail di sicurezza, violerà i pendii del mitico Qomolangma (il nome dell'Everest in tibetano) la cui cima fu espugnata da sir Edmund Hillary e Tenzing Norgay. Come sempre le maestranze cinesi finiranno i lavori in tempi record. Fra quattro mesi l'autostrada sarà già aperta, con largo anticipo perché possa usarla l'atleta che porterà la torcia olimpica nella sua tappa di massima altitudine. Dopo questa inaugurazione spettacolare legata ai Giochi di Pechino del 2008, la vetta più alta dell'Himalaya sarà sempre più accessibile. Se già da anni il boom dell'alpinismo le ha inflitto un visibile degrado ambientale (montagne di rifiuti non degradabili), il futuro le riserva torpedoni e comitive. All'Everest si può accedere sia dal Nepal, sia dal Tibet sotto controllo cinese. Negli ultimi anni è stato quest'ultimo il versante più frequentato. Dalla cittadina tibetana di Tingri per raggiungere il Campo Base a 5.200 metri di altezza, finora c'è solo una stradina angusta e dissestata. È lungo questo tracciato di 108 chilometri che le ruspe e le betoniere cinesi da lunedì avanzeranno implacabili, segnando il trionfo del cemento e del bitume sulla montagna. La notizia dell'avvio dei lavori autostradali è stata lanciata con orgoglio dall'agenzia stampa del governo, Nuova Cina: "Una volta completata - recita il comunicato ufficiale - l'autostrada diventerà l'itinerario preferito per turisti e scalatori, che affolleranno l'Everest in quantità crescenti".


Il governo ha già stanziato 15 milioni di euro per i lavori ma sono spiccioli per le ambizioni di Pechino. Tutto l'itinerario della torcia olimpica (137.000 km, 130 giorni di percorso a staffetta) è stato disegnato dal regime con scopi politici. L'isola di Taiwan, per esempio, si è dovuta ribellare al passaggio della torcia che la trattava alla stregua di una provincia cinese. La tappa sull'Everest è l'atto più simbolico per sottolineare l'inclusione del Tibet nella Repubblica popolare: un'appartenenza che nei manuali cinesi viene considerata come antichissima e incontestabile. In realtà la civiltà tibetana ha avuto una storia originale e distinta, con lunghe fasi di indipendenza e perfino dei periodi in cui l'alleanza fra dinastie tibetane e mongole ebbe la meglio sui cinesi. Fu Mao Zedong, il Grande Timoniere del comunismo, a lanciare l'Esercito popolare di liberazione nell'invasione di Lhasa e di tutto il Tibet nel 1950. L'attuale leader spirituale dei tibetani, il premio Nobel per la pace Dalai Lama, fu costretto all'esilio nel 1959 mentre la repressione cinese diventava sempre più violenta. Proprio vicino al Campo Base dell'Everest, nella contea di Shigatse, la repressione cinese ha colpito ancora nel 1995, quando i monaci buddisti della lamaseria di Tashilhunpo manifestarono in favore del Dalai Lama e furono repressi brutalmente. L'avvio della costruzione dell'autostrada sull'Everest coincide quasi giorno per giorno con l'anniversario dell'inaugurazione di un'altra grande opera: il primo luglio 2006 diventava operativa la ferrovia da Pechino a Lhasa, il primo treno nella storia che collegava la capitale tibetana con quella cinese e rompeva un isolamento ancestrale. All'approssimarsi del compleanno la stampa ufficiale moltiplica le celebrazioni elogiative. Ecco alcuni titoli di quotidiani in questi giorni: "La ferrovia per il Tibet ha vinto la sua sfida contro l'inverno", "I benefici economici del treno: crescita record per il Tibet", "Per gli scienziati la ferrovia non ha prodotto danni all'ambiente". All'unisono i mass media controllati dal governo recitano una sola versione: la Cina porta alle regioni arretrate come il Tibet i benefici della modernità, l'aumento dei consumi e il miglioramento del tenore di vita. Pechino va fiera delle sue prodezze tecnologiche come la costruzione della ferrovia più alta del mondo che ha dovuto superare problemi come l'instabilità del permafrost, il terreno ghiacciato in profondità e soggetto a movimenti nelle stagioni calde. Ora anche l'autostrada si aggiungerà all'elenco delle meraviglie tecniche con cui la Cina procede nella sua "conquista del West". L'altra faccia del miracolo è quella che preoccupa il Dalai Lama e molti tibetani. Insieme con il boom economico innegabile (un record di tre milioni di turisti nel 2007, altri sei milioni attesi nel 2010, il commercio estero in crescita del 41%) lo sviluppo delle infrastrutture accelera l'immigrazione degli Han - il ceppo etnico dominante della Cina - e quindi la sinizzazione del Tibet che minaccia la sua identità culturale. In quanto al dissesto ambientale, il fatto che la Cina abbia superato gli Stati Uniti nelle emissioni di CO2 ha effetti ben visibili in Tibet: il disgelo accelerato dei ghiacciai himalayani, la siccità e la desertificazione. Ma per Pechino le ragioni del Progresso devono avere la meglio. Zhang Mingxing, il funzionario governativo cinese che controlla le attività sull'Everest, ha dichiarato: "L'autostrada è una manna per lo sviluppo locale. La vecchia strada era in pessimo stato. Ci voleva una giornata per arrivare dai piedi della montagna al Campo Base. Ora gli scalatori potranno risparmiare energie. Così verranno sempre più numerosi". A seguire, chissà, potrebbero esserci gli autogrill con parking per torpedoni, e infine una bella cabinovia ad aria pressurizzata. (20 giugno 2007)

Tibetan Song Kunga Yi Re Kyo

lunedì 11 giugno 2007

G8 - Delusione...

International — Un'occasione mancata per il clima. Il summit si conclude con un accordo di compromesso, che non risolve il problema. Questa mattina 24 attivisti a bordo di 11 gommoni hanno chiesto ai grandi del mondo di abbattere le emissioni di CO2 e scongiurare la minaccia dei cambiamenti climatici. Senza perdere altro tempo. Ma evidentemente la prevenzione dei cambiamenti climatici non è un affare abbastanza redditizio.
La spettacolare azione era iniziata nella tarda mattinata. Gli attivisti hanno violato la zona rossa, cercando di raggiungere la spiaggia di Helingendam, dove era in corso il summit. La polizia tedesca è intervenuta. Due gommoni di Greenpeace sono stati tamponati. Tre attivisti sono rimasti feriti. I cambiamenti climatici rappresentano la più grande minaccia per la pace, lo sviluppo economico e l'ambiente. I grandi del mondo devono assumersi le proprie responsabilità nella lotta ai cambiamenti climatici. I Paesi del G8 sono responsabili di oltre l'80 per cento delle emissioni storiche di gas serra ed emettono il 40 per cento delle attuali quantità di CO2. Le emissioni pro-capite nei paesi G8 sono tra le più alte del mondo, con in testa gli Stati Uniti, che producono circa 20 tonnellate di CO2 per persona all'anno.Greenpeace condanna i leader presenti al G8 per aver mancato l'opportunità storica di incidere sui cambiamenti climatici. Serviva un accordo per mantenere l'aumento delle temperature sotto i due gradi centigradi, rispetto ai livelli pre-industriali.

venerdì 1 giugno 2007

sabato 5 maggio 2007

La vidi la prima volta, così piccola e indifesa, in un angolo del bagno, nella casa dei miei nonni.
Fu facile innamorarsi di quell'esserino pieno zeppo di malattie, ma dallo sguardo attento e così dolce. La chiamavano cenere, per il suo manto color grigiastro, pensai.
Quando la portammo a casa, la sera, si accocolò ai piedi del letto, già serena rispetto alle terribili ore precedenti. La mamma l'aveva allontanata per preservare l'integrità degli altri cuccioli. Così si ritrovò sola, in un ambiente assai pericoloso, vicino a Cinecittà, tra strade impervie per un cucciolo di gatto.

La chiamammo "Pupetta", proprio com'era lei, assai affettuosa e coccolona.
Le cure furono intense e dolorose, ma le superò sempre alla grande.
Gli anni passavano e la nostra micia s'era ormai integrata alla famiglia.
Anni intensi, sempre presente con i suoi sguardi pieni di amore.
C' ha lasciato il 3 Maggio, dopo quasi 18 anni di vita passati assieme.
Le giornate sono tristi, la sua assenza pesa come un macigno.


Addio mio dolce amore. Non ti dimenticherò mai.


Pupetta 1989 - 2007


Emilz.




martedì 27 marzo 2007

lunedì 19 marzo 2007

The Fountain trailer

Quando non si riesce a dare un significato alla morte, ecco che si fa di tutto per cercare di eliminarla. Impossibile da domare, la morte fa parte della vita stessa, un tutt'uno, come una nebulosa che sta per morire, perciò rigeneratrice di vita.
Bellissimo film da vedere. Consigliato a tutti.

sabato 17 marzo 2007

Roma, Italia — Secondo il rapporto Fao sullo stato delle foreste del mondo, la deforestazione rallenta. Ma c'è un errore: si confondono le foreste con le piantagioni. Cresce, infatti, il numero di alberi piantati in Paesi che hanno, però, già perso le proprie foreste naturali. Intanto le grandi foreste primarie - soprattutto quelle tropicali - continuano a essere rosicchiate dall'industria del legno. Senza tregua.
Secondo la Fao, in Asia aumenta la superficie forestale grazie ai quattro milioni di ettari di piantumazioni in Cina. Certo le piantagioni non compensano la devastazione delle foreste tropicali dell'Indonesia, dove la deforestazione - sono sempre dati Fao - avanza a un tasso annuale del 2 per cento.
Secondo l'analisi di Greenpeace delle ultime mappe pubblicate dalle Nazioni Unite, l'Indonesia si è guadagnata il titolo di più veloce distruttore di foreste dell'intero pianeta. Distrugge, infatti, 49 chilometri quadrati di foreste al giorno - otto campi di calcio al minuto - ovvero il 2 per cento delle foreste del paese all'anno.
In Africa, il tasso di deforestazione è allarmante. Nella Repubblica Democratica del Congo - ora che la guerra è formalmente finita - la Banca Mondiale propone la stessa ricetta usata dieci anni fa in Camerun: una riforma forestale a tutto vantaggio dell'industria del legno.
In Camerun questa ricetta è stata un fallimento: terre espropriate senza consultare le comunità locali; piani di gestione fasulli e insostenibili; irregolarità nella gestione delle concessioni; corruzione; utilizzo delle tasse di superficie senza alcun beneficio per le comunità; assenza di un efficace sistema di monitoraggio della legalità.
Deforestazione in Congo
In America Latina, l'Amazzonia perde 25.276 chilometri quadrati di foresta, un'area grande quanto la Sicilia.
Anche le foreste boreali sono a rischio. La Finlandia incrementa la propria superficie boscata, ma distrugge gli ultimi frammenti di foresta primaria, nonostante gli avvertimenti della comunità scientifica. Nei giorni scorsi gli attivisti di Greenpeace hanno protestato a Helsinki, di fronte alla direzione di Stora Enso, il principale acquirente di fibre di legno dall'agenzia statale Metsähallitus, che sta distruggendo le preziose foreste affidatele. Con questo legno, la Stora Enso produce carta per riviste stampate in tutto il mondo, Italia inclusa, e risme da fotocopie.
In Canada continua la pratica del taglio a raso. Ma la battaglia di Greenpeace contro la Kimberly-Clark, il gigante della carta che utilizza fibra vergine proveniente dalle foreste boreali, sta dando i suoi frutti: più di 700 aziende hanno boicottato la Kimberly-Clark, chiedendo più fibra riciclata e taglio sostenibile a difesa delle foreste del Canada. Anche gli impianti sciistici di Aspen hanno deciso di eliminare i suoi prodotti da tutte le stazioni sciistiche, alberghi e ristoranti compresi.
Una buona notizia arriva dalla Russia. In seguito alle denunce di Greenpeace, il direttore dell'Agenzia forestale russa, Valery Roschupkin, ha disposto un'indagine immediata sulle massicce violazioni della legge forestale nella repubblica russa della Camelia. Il rapporto Complici nel crimine: un'indagine di Greenpeace sul traffico di legno illegale con la Russia era stata divulgata lo scorso anno.
Non si tratta solo di proteggere la biodiversità sempre più minacciata. Secondo la Banca Mondiale 1,2 miliardi di persone hanno bisogno delle foreste per sopravvivere. La perdita delle foreste naturali causerà un incremento della povertà, dell'insicurezza sociale e dell'instabilità.

http://www.greenpeace.it/guidalegno/scheda_legno.php

domenica 4 marzo 2007

Ambientalisti salvano flotta baleniera.

Roma, Italia — Mai più! Con questo messaggio la nave "Esperanza" sta scortando la flotta baleniera giapponese fuori dalle acque antartiche. Lontano dall'area di caccia. L'incendio a bordo della Nisshin Maru ha minacciato gravemente l'ambiente incontaminato dell'Antartide. E un membro dell'equipaggio è morto. Il governo giapponese e la comunità internazionale devono ora promettere che questa stagione di caccia sarà l'ultima.
Nei giorni scorsi, infatti, un grave incendio scoppia a bordo della baleniera giapponese "Nisshin Maru". La nave Esperanza offre aiuto immediato. E si offre per compiere una prima valutazione del potenziale impatto ambientale. Il governo di Tokyo rifiuta i soccorsi. Un intero equipaggio e un ecosistema unico come quello antartico vengono messi in pericolo.
Ironia della sorte per l'Esperanza: in navigazione da giorni nelle gelide acque dell'Oceano Meridionale per intercettare e ostacolare la flotta baleniera del Giappone, la nave di Greenpeace riceve, proprio da una delle navi giapponesi - la Nisshin Maru - un SOS!
Dopo lunghi giorni di duro lavoro, l'equipaggio giapponese riesce a riparare la nave. Stavolta non si tratta soltanto dell'assurdità della caccia alle balene all'interno di un santuario internazionale: questa stagione è stata segnata da una tragedia umana. Ed è stata sfiorata una grave minaccia ambientale. Ci auguriamo che sia l'ultima.
Il governo giapponese dovrebbe investire meglio il denaro dei contribuenti: il 95 per cento dei giapponesi non ha mai mangiato la carne di balena. Questa carne ha così poco mercato che resta invenduta nei magazzini, viene usata per preparare cibo per cani o addirittura finisce in discarica. Mandare altre navi a fare a pezzi balene e a minacciare l'ambiente sarebbe vergognoso. E contrario a ogni logica di mercato.
L'Esperanza continuerà a scortare la flotta baleniera finché sarà chiaro che non c'è più alcuna intenzione di tornare a cacciare. La nave di Greenpeace navigherà poi verso l'Australia per chiudere la campagna "Defending Our Oceans", una spedizione di quattordici mesi per denunciare tutte le minacce agli oceani.
www.greenpeace.it

La definirei proprio una bella lezione di vita. L'antartide ha rischiato veramente molto, speriamo che le cose cambino, anche se l'economia, per il momento, ha sempre riscosso maggiore interesse rispetto all'ambiente.

Emilz, l'osservatore.

giovedì 1 marzo 2007

domenica 18 febbraio 2007

Losar Tashi Delek

Losar Tashi Delek. Happy Tibetan New Year!
Thanks to Jorden for this beautiful image

http://www.studentsforafreetibet.org/