giovedì 22 maggio 2008

Hikikomori - ひきこもり o 引き篭り

Volevo proporvi questo interessante documentario su uno dei fenomeni più preoccupanti del Giappone.
Prima però vi consiglio di leggervi questo articolo introduttivo...
Articolo di Yuki Kumagawa
DA UN PAIO DI ANNI A QUESTA PARTE, IN GIAPPONE, SI SENTE USARE sempre di più il termine "Hikikomori". La parola indica un fenomeno sociale emergente per il quale un considerevole numero di giovani, per problemi di carattere psicologico, non riesce più a vivere nella società: si rinchiudono nella propria stanza rimanendo isolati e rifiutando qualsiasi contatto diretto con il mondo esterno, per anni. Oggi si dice che ce ne siano almeno mezzo milione in tutto il paese. Vittime di questo triste fenomeno sono principalmente gli adolescenti. Di solito si comincia così: prese in giro e maltrattamenti insistenti e duraturi da parte dei compagni di scuola fanno sì che sia sempre più difficile andare a scuola, ed i genitori, non capendo la gravità della situazione, considerano le assenza da scuola dei loro figli come segno di pigrizia e conseguentemente tendono a rimproverarli; in questo modo lo stress si accumula sempre di più ed unica difesa è smettere di comunicare con tutti (incluso i familiari), chiudersi a chiave nella propria stanza per essere lasciati da soli e sentirsi 'protetti'. In un caso descritto nella rivista settimanale Aera, per esempio, alla mattina del primo giorno di scuola (media) dopo la vancanza estiva i genitori di un ragazzo l'hanno trovato nel letto inerte. Esaurito dai maltrattamenti a scuola che lo tormentavano da molto tempo, non aveva più la forza di alzarsi; il suo sguardo vagava nel vuoto. I suoi ricordano: "Quando abbiamo visto il viso di nostro figlio, abbiamo intuito che stava guardando 'la morte'. Questo ci ha fatto rimanere agghiacciati. Stava rifiutando non solo noi ma anche di mangiare e vivere..." Con un enorme sforzo dei genitori, tre mesi dopo il ragazzo è riuscito ad alzarsi dal letto, ma ora, tre anni passati da quel giorno di settembre, il ragazzo rimane ancora nella sua stanza per la maggior parte del tempo. Ultimamente ha cominciato a recarsi alle librerie vicino casa due volte al mese. Una volta ha raccontato a suo padre che lo accompagna sempre, che c'è una libreria che non gli piace particolarmente, perchè non sopporta l'odore che c'è dentro. L'odore della candeggina che forse - pensa il padre - vagamente gli fa ricordare del maltrattamento successogli in piscina durante la lezione di nuoto. I genitori auspicano, coumnque, che loro figlio riesca a raccontare pian piano i suoi pensieri. Hikikomori è diventato un problema sociale così grande che anche il regista cinematografico Katsumi Sakaguchi ha girato un film l'estate scorsa. Il suo film si chiama "Aoi Tou" (La Torre Blu) e dipinge il percorso travagliato spirituale del protagonista dicianovenne fino al suo risveglio. Il colore blu suggerisce quel colore del mare profondo estraneo al mondo di superficie, e simboleggia anche il "blu" della depressione, l'immaturità e la solitudine della gioventù. Per rendere il film più autentico possibile, Sakaguchi ha scelto degli attori non professionisti, un ragazzo che ha vissuto realmente l'esperienza di Hikikomori, e una signora che ne ha avuto ugualmente esperienza diretta come madre, con suo figlio rinchiuso nella sua stanza. Ricordandosi del tempo duro e claustrofobico, Yusuke Nakamura (l'attore protagonista) confessa che anche se si era rinchiuso dentro la propria stanza, non si sentiva affatto in pace; non pensava altro che alla scuola... mentre lui stava a casa senza far niente, tutti gli altri studiavano e andavano avanti... Questo pensiero lo rendeva inquieto ma se fosse tornato a scuola ogni minima cosa lo avrebbe preoccupato e non sarebbe riuscito neanche a concentrarsi sulle conversazioni con gli altri. Il protagonista del film scrive nel suo diario: "rinchiudermi a chiave nella mia stanza, nella quale l'angoscia, l'impazienza e l'autocoscienza si intrecciano, è un mio autoritratto blu. Sono io stesso che sto crollando, pur continuando a vivere...". In mezzo al dilemma tra il cuore straziato e la propria dignità, questi ragazzi cercano disperatamente una via di uscita.


Ecco alcune foto delle stanze degli Hikikomori:



giovedì 15 maggio 2008

Radio Aut

E venne da noi un adolescente dagli occhi trasparentie dalle labra carnose,alla nostra giovinezza consunta nel paese e nei bordelli.Non disse una sola parolanè fece gesto alcuno:questo suo silenzio e questa sua immobilità hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni. (Peppino Impastato)

giovedì 8 maggio 2008

Aggiornamento 2.0

Sono di nuovo un disoccupato.