mercoledì 31 ottobre 2007

Halloween

In Italia hanno trovato il modo di festeggiare il carnevale 2 volte! Grazie a Halloween, una festa tutta nord americana (ora) o celtica (prima). Insomma un modo come un altro per mettersi in costume (orrorifico) e cazzeggiare con gli amici. Divertente direi. Un salasso se si cerca di andare in qualche locale per festeggiare. Quello dipende però dalle singole tasche.
Personalmente ho festeggiato Halloween una volta sola, con gli amici, poi basta, ora consegno i cioccolatini e le caramelle ai bimbi di zona che vengono a bussare alla porta.
Detto questo stasera non mi filo nessuno! Vado a vedere il film di Coppola... yuppy!!

Buona caccia alle streghe!

martedì 30 ottobre 2007

Peter Jackson


Peter Jackson è uno dei registi "moderni" che più ammiro. Sono un grande appassionato del libro di J.R.R. Tolkien e quando seppi della notizia di una trasposizione cinematografica ne rimasi affascinato. Non si sapeva granchè di quest'uomo, le notizie arrivavano con il contagocce durante gli anni d'attesa.
Peter è neozelandese, uno che ama lo splatter umoristico, simpatici i suoi primi film (Bad Taste, Splatters, Meet the feebles). Con "Heavenly Creatures" si conquistò la fama "hollywoodiana" che gli permise (poi) di poter ambire a dirigere la saga di Tokien.
Riuscire a dirigere tre film di quelle proporzioni lo ha reso ai miei occhi un grande regista. E' uno dei pochi che non è sceso a compromessi; voleva tre film e è riuscito a ottenerli, voleva che durassero tre ore e ci è riuscito. In fin dei conti ha mantenuto anche le spese del budget, cosa non da poco, favorito anche dalla sua "fabbrica dei sogni" targata Weta.
Il successo dei film è indiscutibile, certo, si può controbbattere su alcune scelte artistiche della lavorazione, ma nessuno poteva chiedere di meglio.
Dopo la parentesi (secondo me riuscita) di King Kong, Peter è ritornato sul set a dirigere "Amabili Resti", il romanzo di Alice Sebold. Non è tanto rivederlo nelle sale, ma è la voglia di vederlo alle prese con altri generi. Aspetterò con ansia l'uscita del film.
Emilz.

venerdì 26 ottobre 2007

Pixar!


Quando l'animazione digitale diventa arte e raffinatezza il resto fatica a emergere.

Non solo per mancanza di idee dalle altre compagnie, ma soprattutto perchè il team di animatori è affiancato da degli ottimi sceneggiatori. Senza una buona storia, i disegni non bastano.

L'ultimo gioiellino dell'anno si chiama: "Ratatouille", ambientato in Francia dal tema assai appetitoso: la cucina. Il protagonista del film è Remy, un topolino speciale, amante delle buone cose, da mangiare ovviamente, in special modo quelle raffinate. La storia è davvero unica, riesce a divertire sempre, ovviamente intrise di una morale di fondo, l'universalità dell'amicizia.

Essere documentaristi oggi...

Cosa significa oggi, documentare?
E' un pò il mio interrogativo di questi mesi, visto che ho da tempo preso la strada del filmaker a tempo libero. Dopotutto siamo continuamente bombardati da scatolette audio-visive, che nel bene o nel male ci raccontano testimonianze, momenti drammatici, anchce comici della nostra esistenza.

Nel 2004 io e Gabriele abbiamo pensato di entrare in contatto con la comunità tibetana, scossi da quella realtà di soprusi e passione. La sopraffazione dei tibetani coesiste perfettamente con lo spirito religioso, in questo caso Buddhista, del popolo delle nevi. Perchè non mostrare la realtà spirituale con quella più aggressiva e meschina della Cina?
In mente ho un progetto chiaro, sensibile, ma scosso continuamente dall'esterno, la realtà che ci circonda è intrisa di soprusi e violenza. Perchè proprio il Tibet?

Quando c'è stata la rivolta in Birmania ho pensato alle dure violenze mosse dalla dittatura.
Quando quel bambino in Cambogia è stato stuprato ho pensato all'uomo debole spinto dal sesso.
E in Italia? Quante aggressioni ci sono ogni giorno?
In fondo, la vita che ci circonda viene continuamente mostrata; una violenza incessante, per me nauseabonda, spesso poco interessante.
C'è davvero bisogno di un documentario sul Tibet? In fondo ce ne sono tanti.

Allora cerco di guardare meglio le mie spinte, la causa che m'ha portato a scegliere quello piuttosto che qualcos'altro.
Non la trovo. Sto cercando la giustificazione per usare un mezzo: la cinepresa.

Un documentarista ha l'esigenza di raccontare, sviluppare una storia, ma soprattutto di viverla.
Mi rendo conto di non vivere la realtà tibetana. Non è andare cinque/sei volte all'anno a far riprese che fa di me una persona capace di raccontare il Tibet.
Penso che ci sia la volontà, forse un'esigenza personale, ma solo nel momento del viaggio, della scoperta, riuscirò (riusciremo) a capire se questo lavoro ci interessa.

Emilz.

giovedì 25 ottobre 2007

Serie-tv

E' innegabile, i serial tv, maggiormente quelli di stampo americano, stanno prendendo il sopravvento sul mercato televisivo... e non solo. La cosa non mi dispiace, perchè permette una scelta maggiore e una vasta gamma di generi per tutti i gusti.
C'è da dire che il "boom" dei serial-tv in un certo senso non è mai scemato; guardando al passato molte sono le produzioni che rivivono tutt'ora sulle nostre reti, senz'altro forti di un'interesse non morto, anzi rinvigorito, nostalgico.
Mi piacerebbe concentrarmi maggiormente sulla nostra epoca. L'epoca del segnale in alta definizione, l'epoca dalle immagini rapide e incessanti. Qualitativamente un risultato "quasi" cinematografico, difatti in molti ripropongono delle "puntati speciali" nelle sale. E' successo per la serie-tv per eccellenza Star Trek o per X-Files.

Ho iniziato a riscoprire le serie-tv con l'interessante cittadina di Wisteria Lane "Desperate Housewives". Personaggi caratterizzati molto bene, con momenti divertenti e altri piuttosto drammatici. Ha fatto capolino poi la serie che più mi piace, forse un pò paracula: "Lost".
Tensione, dramma, suspance, ingredienti solidi. Certo in tre anni (tra poco 4) di puntate su puntate qualche cosa in più sul negativo dovrei dirla, ma la tengo per me, perchè dopotutto mi tiene incollato allo schermo e mi diverte.

Una delle serie passate che più mi piace rivedere sono i Visitors. Certo con l'occhio di oggi alcune cose sono molto buffe, però all'epoca mi garbavano molto, inquietandomi non poco.

Questa è la mia top-five delle serie-tv che hanno lasciamo un segno nel mio interesse:

1. Lost
2. Desperate Housewives
3. X-Files
4. I Visitors
5. Hazzard (Bo & Yuk)

Ho tralasciato molte serie mitiche degli anni '80 tra cui: A-team, Chips, Magnum P.I. ecc. ecc.

Per il momento sto recuperando:
Twin Peaks
Weeds
Battlestar Galactica

Ho mollato Desperate Housewives perchè si stanno un pò ripetendo, affondano il coltello sempre sulle stesse cose e non vorrei rovinare il buon ricordo dei primi due anni.
Per il momento è tutto.

sabato 20 ottobre 2007

Alcuni dei miei film preferiti divisi per genere...

Guerra:
1. APOCALYPSE NOW di Francis Ford Coppola
2. IL CACCIATORE di Michael Cimino
3. LA SOTTILE LINEA ROSSA di Terrence Malick
4. I SETTE SAMURAI di Akira Kurosawa

Fantascienza:
1. STAR WARS - UNA NUOVA SPERANZA di George Lucas
2. 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO di Stanley Kubrick
3. E.T. di Steven Spielberg
4. INCONTRI RAVVICINATI DEL 3°TIPO di Steven Spielberg
5. IL SIGNORE DEGLI ANELLI di Peter Jackson (fantasy)

Drammatico:
1. QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO di Milos Forman
2. ANCHE LIBERO VA BENE di Kim Rossi Stuart
3. LADRI DI BICICLETTE di Vittorio De Sica
4. C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA di Sergio Leone
5. ARANCIA MECCANICA di Stanley Kubrick

Azione:
1. IL PADRINO di Francis Ford Coppola
2. PULP FICTION di Quentin Tarantino
3. QUEI BRAVI RAGAZZI di Martin Scorsese
4. OLD BOY di Park Chan Wook

Orrore
1. SHINING di Stanley Kubrick

Commedia:
1. LA GRANDE GUERRA di Mario Monicelli
2. TROPPO FORTE di Carlo Verdone
3. IL MARCHESE DEL GRILLO di Mario Monicelli
4. UNA VITA DIFFICILE di Dino Risi
5. NON CI RESTA CHE PIANGERE di Massimo Troisi & Roberto Benigni

Animazione:
1. LA SPADA NELLA ROCCIA
2. LA CITTA' INCANTATA di Hayao Miyazaki
3. MONSTER & Co.
4. TOY STORY

Vari:
1. LA FINESTRA SUL CORTILE di Alfred Hitchcock

2. L'APPARTAMENTO di Billy Wilder
3. DERZU UZALA di Akira Kurosawa
4. L'UOMO CHE NON C'ERA di Joel Coen
5. MULHOLLAND DRIVE di David Lynch

Questi sono alcuni dei miei film preferiti, indiscussi capolavori per molti.
Tra questi però, quello che ritengo più vicino alle mie corde è Apocalypse Now, diciamo IL mio film preferito. Senza dubbio quello che mi ha scosso maggiormente.
Comunque ho messo quelli rappresentativi, altrimenti sarebbero molti di più, a cominciare dai nostri italiani: Fellini, Pasolini, Visconti ecc. ecc.

lunedì 15 ottobre 2007

Infelicità.

C'è una ragazza, scrive quotidianamente sul suo blog. Racconta la sua vita, è depressa, infelice, vuole fare altre cose però non ci riesce. Per poter star bene ha bisogno di fare altro, perchè vede intorno a sè tanta banalità, compresi i suoi genitori. Dice chiaramente che si droga, non una droga leggera, anzi. A volte testimonia che preferirebbe morire, anzichè continuare quell'inutile vita. C'è tanta infelicità, mentre a sprazzi si sente lucida e rinvigorita da chissà quale forza.
Io mi domando se non sia proprio la droga a provocare questo malessere e depressione, o magari a incrementare uno stato d'animo di per se già dimesso. Non è facile rendersi conto della pericolosità di un gesto abitudinario, quando ci sei dentro niente è come prima. Se i suoi genitori sono distanti sia psicologicamente che materialmente la condizione di questa ragazza presumo possa solo peggiorare. Lei cerca di richiamare l'attenzione di qualcuno e quando vede di non riuscire inizia a fare la vittima del sistema. E' un classico atteggiamento, purtroppo, già visto in altre occasioni. Siamo circondati da malessere, ma se siamo noi stessi a nutrirci di questo malessere come possiamo essere lucidi di fronte ai nostri problemi, le nostre necessità? Rischiamo di perdere il senso della nostra vita.

Cambiare non significa accettare la propria esistenza e adagiarsi agli altri, oppure cercare qualcosa di diverso in un'altra città. L'aria potrà cambiare, ma se non si ha ben chiaro cosa siamo e cosa vogliamo tutto diventa complicato.

sabato 13 ottobre 2007

Persone...

Vediamo un pò. Non è che ami molto fare classifiche sulle persone però mi piacerebbe inserire quelle che hanno suscitato in me interesse, quelle che m'hanno fatto riflettere, sia nel bene che nel male. Sono persone più o meno note, dipende dai casi. Ovviamente tralascerò quelle di tutti i giorni, anche se meriterebbero la stessa attenzione.

1. Jiddu Krishnamurti
- Per molti quello che dice potrà sembrare utopia, ma per me ha significato un drastico cambiamento, una rivoluzione interiore. Quando ho letto i suoi primi libri ero piuttosto scettico, invaso dal dubbio, dalla presunzione d'aver capito gran parte delle cose.
Le sue parole agiscono pian piano, senza uno scopo ben preciso. Lasciarsi fotografare in perenne ascolto è gioia. Nel verso senso della parola.

2. Tiziano Terzani
- L'ho già detto, ma Tiziano è stato un grandissimo giornalista prima, bellissimo uomo dopo.
Ha un carisma eccezionale, non dice cose scontate, anzi, ancor oggi, i suoi saggi sull'Asia, sono attualissimi e interessanti. Ha viaggiato per mari e monti, riuscendo pian piano a carpire molto della vita. Il suo primo libro che lessi fu alquanto "doloroso", quando si giunge alla fine, vien da piangere.

3. J.R.R. Tolkien
- Sembrerà strano, ma io quest'uomo l'ho adorato. Innanzitutto riuscire a creare un'opera di un genere piuttosto sconosciuto agli inizi del novecento fa di questa persona un grande letterato, attento osservatore di quello che succedeva in quegli anni, partecipò al primo conflitto mondiale, riuscendo a racchiudere le sue passioni in un mondo "alternativo", oggi molto esplorato.
Grandissima mente.

4. Akira Kurosawa, George Lucas, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Steven Spielberg, Peter Jackson...
- Okay, qui sono stato un pò scorretto. Però questi nomi sono coloro che m'hanno fatto amare il cinema. Certo, negli anni sono riuscito a farmi un'idea più chiara e precisa di alcuni di loro. Io li racchiuderei in un'unica categoria, quelli che ti fanno passare un paio d'ore a sognare di costruire storie. Hitchcock, Leone, Fellini, Pasolini, Rossellini, De Sica, Lars Von Trier, Brian De Palma ecc. ecc. Inserisco in questa lista anche gli attori va, così non mi ripeto. Furbetto, eh.
Alberto Sordi, Carlo Verdone in primis.

5. Palden Gyatso
- In verità non conta nulla che sta al quinto posto, quest'uomo non può avere un piazzamento.
Ho avuto la fortuna di incontrarlo dopo aver letto il suo libro "Tibet, il fuoco sotto la neve", beh ne ha passate di tutti colori sotto la repressione cinese e io lo ammiro molto, sia per il coraggio che per la sua passione, durata tutta la vita. Si può solo imparare.

6. Autori Bonelli
- E' da quando ho 13 anni che leggo fumetti Bonelli e molti degli autori dei tanti albi che posseggo hanno influenzato positivamente la mia fantasia. Certo, alcuni li avrei strozzati con le mie mani, ma altri, tanto di cappello! Luca Enoch, Claudio Nizzi, Carlo Ambrosini sono quelli che più mi piacciono.


Per il momento mi fermo qui. Sembrerà strano tralasciare nomi più significativi, magari più conosciuti sia della letteratura, dell'arte in generale, della filosofia, della psicologia.
Pian piano sto conoscendo altre persone che spingono un certo interesse. Saprò aggiornarvi.

Domande.

Certo, entrare ogni volta in questo blog e vedere quel povero ragazzo birmano ammazzato disteso su una tavola di legno è straziante. L'altra sera lo stavo guardando e mi sono venute in mente un pò di domande.

Chi era? Come si chiamava?
Cosa faceva nella vita?
Studiava? Lavorava?
Quanti anni aveva?
Aveva una ragazza?
Quali erano i suoi sogni, le sue passioni, i suoi desideri?
Cosa gli piaceva fare?

e poi inevitabilmente mi sono domandato...

I primi giorni della manifestazione, aveva speranza nel cambiamento?
Ho immaginato quello che stava provando.
Voleva la sospirata libertà, per lui ma anche per tutti gli altri birmani.
Allora ha deciso. Ha manifestato un suo pensiero, in piazza.
Magari tenendo per mano altri suoi amici.

Poi il caos.

Chi l'ha ucciso? Come si chiama il suo assassino?
Perchè ha scelto di diventare militare?
Quali sono i suoi ideali?
Cosa ha portato l'assassino a uccidere questo ragazzo?
Perchè ha premuto il grilletto?
Cosa sta facendo adesso l'assassino di questo ragazzo?
Quali sono i suoi sentimenti?
Prova rimorso? Si compiace del gesto?

Tante domande. Quante sono le storie del mondo.
Ciclicamente si ripetono, sempre diverse ma così uguali...

Emilz.

venerdì 12 ottobre 2007

Ho voglia di te.

Non ho voglia di scrivere, eppure lo faccio.
Ho voglia di installare leopard sul mac. Quando esce?
Ho voglia di fare un lavoro, qualsiasi esso fosse. A sto punto.
Non ho voglia di sentire gente che mi dice: ora ti chiama la RAI.
Ho voglia di lei.
Ho voglia di scappare.
Ho voglia di leggere gli ultimi due libri della saga "Le oscure materie".
Ho voglia di incontrare gente nuova.
No, non ho voglia di incontrare gente nuova.
Ho voglia di formattare questo computer del cavolo.
Ho voglia di finire il documentario sul Tibet.
Non ho voglia di sentire gente che racconta balle.
Non ho voglia di spolverare questa scrivania. Però tra due minuti lo faccio.
Ho voglia di ingrassare.
Non ho voglia di mangiare.
Ho voglia di voglia. Ehm?
Non ho voglia di sentire mia madre che mi chiama: Emiiii! Emiiiii!

Perchè uno c'ha sempre tante voglie?
1. Forse perchè non c'ha un cavolo da fare. Nel mio caso è una grossa possibilità.
2. Insoddisfazione?
3. Non riesco a fare quello che voglio. In parte sì, in parte no. Non è che mi posso lamentare.

Comunque le voglie sono desideri e dietro al desiderio si nasconte una piccola trappola.

venerdì 5 ottobre 2007

Calma piatta.

In Birmania la situazione sembra essersi stabilizzata a sfavore della gente.
I birmani dovranno convivere con la dittatura ancora per tanto tempo, io credo,
soprattutto con il caro benzina (+500%), una cosa impensabile.


Aspetta che t'arispetta il lavoro ancora non salta fuori, e tutto tace.
Aspettiamo.

Voglio giocare questa carta lor signori, posso?