Già dalla prima scena l'autore ci mostra un presagio, un futuro cambiamento, l'incontro con il terrore, la paura come mallattia che si contagia. Il terrore proviene da altri spietati Maya che devastano e rapiscono gli uomini e le donne dei piccoli villaggi per portarli nelle loro "città", fatte di terra e fango. Eccolo il primo scontro; tra la modernizzazione e la semplicità.
Il film ci catapulta in un mondo spietato, pieno di sadismo e violenza. La città infatti, è in crisi a causa di una lunga siccità. Per placare la sete degli Dei, gli uomini Maya offrono così il sangue di centinaia di uomini al cielo.
Apocalypto è un film duro, anche se calca troppo la mano in alcune scene molto violente e esplicite. Se nella parte centrale sembra riuscire nel suo intento, nella prima parte e nella seconda, il film perde l'occasione per mostrare anche un altro lato dei Maya, l'approccio che avevano con la natura, la spiritualità. Mel Gibson si diverte a far smembrare i propri personaggi, il più delle volte gratuitamente, pur girando alcune sequenze in maniera molto spettacolare.
Come ritmo e pathos è una pellicola che ti tiene incollato alla poltrona per tutta la sua durata, ma concettualmente non aggiunge nulla, lasciando poco nell'immaginario dello spettatore. Si potevano benissimo evitare quei lunghi inseguimenti nella foresta e magari concentrarsi maggiormente su altri temi che avrebbero approfondito la psicologia dei personaggi.
Gli interpreti (quasi tutti alla loro prima apparizione sul grande schermo) hanno svolto un gran lavoro, dimostrando un ottimo talento, soprattutto per aver recitato in una lingua morta da millenni.
In finale, un film sufficiente che si fa scappare alcuni spunti che non andavano sottovalutati.
(SCHEDA TECNICA)
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