giovedì 21 maggio 2009

Ho perso la comunicazione

E' molto semplice, ho perso lo spirito nel comunicare. Giorno dopo giorno mi rendo conto che non ha senso scrivere in questo blog, perchè a nessuno interessa sapere cosa ho da dire. Non lo dico per frignare, lo penso davvero, soprattutto quando dall'altra parte ci si aspetta un ricambio, una visita al proprio sito, al proprio blog, il fine ultimo è sempre se stessi. La comunicazione, al di là della rete, è continuamente minata dalla voglia di rendersi riconoscibili, come personalità, come entità più intelligente, eppure non si fa altro che parlare a noi, senza interpellare l'altro, scappando dalle relazioni, fuggendo dallo scambio, dalla possibile connessione tra due o più vite.
Per me è difficile comunicare, spesso tendo a isolarmi, perdo i miei obiettivi concreti, mi distacco dal mondo relazionale, anzi tendo a evitarlo, spesso lo ignoro, ma inegual misura, a volte sento la necessità di parteciparvi. Come un'onda sinusoidale, mi copro e mi scopro, mostrando paure e certezze. Gli altri? Sento, che non gli interesso, se non come attaccamento alla propria persona, con valide eccezioni. In fondo da me si aspettano ancora molto, eppure so di non dover dare nulla, se non aggiungere alla mia consapevolezza altra consapevolezza. Quello che faccio non ha una valenza accrescitiva, senza dubbio a fasi alterne (come ho già detto) ri-scopro l'essenza delle cose, ma volontà del micro-mio-cosmo o di altro, mi ritrovo a percorrere con lucidità, ma soprattutto senza interlocutori; una verità, un'ipocrisia, una meschinità, anche della mia persona, anzi direi soprattutto della mia persona. Gli altri, nel frattempo, forse, fanno altrettanto, chi più chi meno - senza condivisione, sempre più lontani dal percepirci a vicenda come un'unica forza. E forse sta proprio qui la mancanza di comunicazione, ci sentiamo poco partecipi collettivamente, perchè come unico obiettivo abbiamo la preoccupazione di preservare la nostra integrità a discapito di un affetto, di un sentimento.
Ultimamente, ho avuto la fortuna-sfortuna di ritornare a casa senza un fisso incarico di lavoro. Eppure ci potrebbero essere tante cose da fare, ma inutilmente lascio scorrere il tempo senza dover per forza impegnarmi in qualche cosa - pigrizia, ma anche necessità di staccare con il sistema che ci circonda, che principalmente non ho voluto, non ho scelto, non mi appartiene.
La morsa è anche il legame della mia famiglia che per troppo amore mi incita a stare, a partecipare, a stabilizzare il mio essere nel mondo sociale. A volte vorrei avere un'indipendenza, proprio per accontentare tali esigenze, senza dare spiegazioni, per non fingere niente, per aver carta bianca sulle decisioni, per essere libero di costruire o decostruire le mie scelte, andare avanti non per accumulo ma per passione. Ah, sarebbe davvero un bel modo per crescere, secondo me.

Emilz in una notte di poco sonno.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie