lunedì 15 ottobre 2007

Infelicità.

C'è una ragazza, scrive quotidianamente sul suo blog. Racconta la sua vita, è depressa, infelice, vuole fare altre cose però non ci riesce. Per poter star bene ha bisogno di fare altro, perchè vede intorno a sè tanta banalità, compresi i suoi genitori. Dice chiaramente che si droga, non una droga leggera, anzi. A volte testimonia che preferirebbe morire, anzichè continuare quell'inutile vita. C'è tanta infelicità, mentre a sprazzi si sente lucida e rinvigorita da chissà quale forza.
Io mi domando se non sia proprio la droga a provocare questo malessere e depressione, o magari a incrementare uno stato d'animo di per se già dimesso. Non è facile rendersi conto della pericolosità di un gesto abitudinario, quando ci sei dentro niente è come prima. Se i suoi genitori sono distanti sia psicologicamente che materialmente la condizione di questa ragazza presumo possa solo peggiorare. Lei cerca di richiamare l'attenzione di qualcuno e quando vede di non riuscire inizia a fare la vittima del sistema. E' un classico atteggiamento, purtroppo, già visto in altre occasioni. Siamo circondati da malessere, ma se siamo noi stessi a nutrirci di questo malessere come possiamo essere lucidi di fronte ai nostri problemi, le nostre necessità? Rischiamo di perdere il senso della nostra vita.

Cambiare non significa accettare la propria esistenza e adagiarsi agli altri, oppure cercare qualcosa di diverso in un'altra città. L'aria potrà cambiare, ma se non si ha ben chiaro cosa siamo e cosa vogliamo tutto diventa complicato.

1 commento:

sandra Marcellini ha detto...

quando non si hanno le idee chiare , è sempre notte.Purtroppo il malessere dovuto al vuoto della vita che non si riesce a riempire oggi dilaga tra i ragazzi,si entra in un atteggiamento di chiusura al resto del mondo ed è come vivere in un tunnel, il disagio spesso impedisce loro di trovare la forza di chiedere aiuto, sono così talmente sfiduciati da quanto li circonda che la debolezza vince sulla forza di reagire e molti si avviano verso l'autodistruzzione. Ci si sente smarriti perchè non compresi e non si hanno buoni amici,io ho constatato che i disperati fraquentano altri disperati di solito.Se nei momenti di consapevolezza si trova la determinazione giusta per allargare gli orizzonti e il coraggio di chiedere aiuto forse se ne viene fuori, ma certo vivere in solitudine non aiuta.Forse i suoi genitori sono davvero banali,se tu le scrivi prova a dirle che se anche è figlia della banalita',lei puo' essere diversa se lo vuole.Puo' distinguersi dalla mediocrita'cercando di essere migliore, dipende da lei, troppo facile attribuire agli altri le responsabilita' delle proprie debolezze.Puo'essere forte, se lo desidera veramente.quel che le serve è dentro di lei se continua a cercare fuori riuscira' ad essere soltanto l'ombra della sua stessa vita.Se leggi il suo blog e le scrivi,potresti provare ad esserle amico,sei un ragazzo sensibile se hai riportato i suoi problemi sul tuo blogg ti ha colpito e te la sei presa a cuore questa storia.Ma stai attento queste persone possono nuocerci psicologicamente, se non si hanno, forza di carattere e la lucidita' per tener testa ai loro deliri.
Un abbraccio Sandra