lunedì 18 dicembre 2006

Foto intervista

L'idea è nata da mio fratello Gabro, ripresa dal programma televisivo condotto da Paolo Bonolis su Canale 5, "Il senso della vita". Gabro ha selezionato per me 9 foto, dalle quali cercherò di descrivere l'emozione suscitata dall'immagine.


- Alberto Sordi è uno degli attori che preferisco, non solo perché sono romano, ma soprattutto perchè di lui apprezzo la capacità eterogenea di interpretare l’uomo italiano in tutte le sue sfaccettature. La sua comicità è unica, già un grande ai tempi di Mario Pio e il conte Claro. Uno dei film più belli, in questo caso di genere drammatico, che prediligo è “Una vita difficile” di Dino Risi. Memorabile la scena ritratta in questa foto: “maccherone, m’hai provocato e io ti distruggo, adesso. Io me te magno!” – Grandioso.


- Gli studi di Cinecittà a Roma, nel tempo, hanno subito un declino come quello del Cinema Italiano. Attualmente, nei teatri di posa, si montano scenografie prevalentemente per la televisione, salvo rari casi come la produzione di Gangs of New York. L’Italia ha una grande base per costruire e far ripartire un certo tipo di Cinema, ma i costi e l’inefficacia delle attrezzature rendono impossibile questa operazione. Il fascino di Cinecittà comunque permane, molti sono attratti dal suo nome, però è meglio sapere come stanno le cose. Quest'immagine rappresenta anche il mondo del cinema, dal quale ne sono invaghito (e non solo) da ormai tanto tempo.


- Per me questa è un’immagine tragica. Equivale alla morte di una persona. Gli alberi sono così importanti per la nostra vita, immensamente belli. Purtroppo l’uomo ne fa un uso estremo, privo di logica. Sono convinto che pagherà cara questa follia. Mi vengono in mente alcuni alberi secolari davvero imponenti, un patrimonio naturale da conservare e proteggere; dalla follia egoista del consumismo. Difendiamoli.


- Tiziano Terzani è una di quelle persone che hanno aggiunto alla mia vita uno spessore maggiore. Immenso giornalista, forse l’ultimo di una specie ormai estinta, capace di tirarsi fuori dagli schemi in continuazione, grazie all’osservazione delle guerre e delle inutili rivoluzioni che hanno portato innumerevoli stragi. Intorno ai sessanta anni, un cancro, lo rimette in gioco, proprio quando la sua esistenza si stava appiattendo nella routine del lavoro: “il solito articoletto” da inviare al giornale. Nella malattia riesce a scoprire un lato della vita assai diverso; un grande comunicatore, ci lascia una saggezza da tenere sempre impressa nella nostra intelligenza.

- C’è stato un tempo in cui mi stavo avvicinando, sempre di più, all’idea che il comunismo era il mezzo per poter cambiare le sorti dell’umanità. Nulla di più sbagliato. E’ la storia che sta lì a dimostrarlo. Le rivoluzioni in nome di quell’ideale hanno dimostrato l’inefficacia e la barbarie scaturite da una forza che non può essere scalfita: il potere. Qualunque persona che si pone a un gradino diverso da un’altra, porta conflitto. Tutte queste forme “ideologiche” che vogliono cambiare l’esterno non possono sussistere, perché l’unico cambiamento/rivoluzione che l’uomo può conseguire è quella interiore. Finché non spostiamo l’attenzione nell’ingranaggio interiore, l’esteriore rimarrà in totale conflitto.



- Due monaci Tibetani. Tra l’altro una bellissima foto. La mia passione per la cultura Tibetana è nata qualche anno fa, quando ero alla ricerca di culture che dessero maggior importanza all’interiorità, rispetto alla nostra cultura, sempre attenta alla materialità e al superfluo. Questo è un popolo, ancora martoriato dalla politica espansiva della Cina. Una politica assassina, priva di scrupoli nei confronti di gente che non chiede altro che la pace e la possibilità di pregare insieme al loro leader spirituale, il Dalai Lama che è in esilio nel nord dell’India. Un mese fa, ho avuto il privilegio di ospitare a casa un monaco tibetano scappato dal Tibet, un omone grande e grosso ma con il cuore tenerone. Tashi, il nome di questo monaco, mi raccontò delle torture subite nelle carceri di Lhasa, così come avevo già sentito da un altro grande uomo, il monaco Palden Gyatso, tutta una vita passata a subire violenze di tutti i generi. Come non si può cercare di far qualcosa per questa popolazione? Io sono attivissimo, e lo sarò fino alla morte.



- Cinematik è un gioco di cinema unico. Riesce a conciliare divertimento e creatività. Lo scopo è quello di scrivere sceneggiature, originali e non, dando un volto al cast. Un’idea unica partorita nel lontano 2000. www.cinematik.it


I gatti sono degli animali speciali. Nel 1989 ricevemmo una telefonata, era mia zia, una donna incomparabile nel raccogliere gli animali per strada. La zia ci diceva che aveva trovato una piccola micia, tutta tempestata di malattie, con due occhi sudici pieni di moccio, insomma una poveraccia. Io e mio fratello, bambini, eravamo alla ricerca di un cagnolino, mio padre era intenzionato a prendere un barboncino, quando vedemmo questo essere spaventato a morte in un angolo del bagno, capimmo che quella gatta era particolare. Aveva bisogno di protezione e noi con coraggio la curammo da tutte le malattie. La nostra gattona ora ha 17 anni, grande compagna di tante storie, davvero speciale. Guardate che bel musetto che ha! Mon Amour!

In questa piccola foto è ritratto quel mattacchione di mio fratello. Si chiama Gabriele, per gli amici di Cinematik “Don Gabro Cormicione”. Il suo nickname fa il verso al film “Il padrino” interpretato da Marlon Brando; “Don Vito Corleone”. Il fatto che si chiami “Cormicione” è solamente perché in braccio ha la nostra gatta, di cui parlavo poco fa. Secondo me ha una vena comica che nessuno riesce a comprendere in famiglia, ma che a me fa sbellicare dalle risate.
Emilz, l'osservatore.

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